venerdì 29 maggio 2009

la ballata di...




Correva l'anno 1972 e Franceso Guccini scriveva una canzone che, secondo le sue intenzioni, raccontava la storia di un ferroviere anarchico del secolo prima.
Ma gli artisti, si sa, a volte precorrono i tempi e in rare occasioni ci mostrano veri e propri scorci del futuro.
Francesco, se scrivesse oggi questa canzone, probabilmente avrebbe la forte tentazione di dedicarla ad un nostro amichico comune
ma, conoscendo il suo impegno e le sue idee, altrettanto probabilmente se ne asterrebbe. Noi che non abbiamo simili remore ci offriamo
prontamente a prendere il suo posto, in questo ingrato compito, e ve ne proponiamo una versione leggermente riarrangiata ma sicuramente più facilmente dedicabile all'amichico in questione. "Chi è?" Domanderete voi, in maniera del tutto legittima, ma noi che sempre ci distinguiamo per un piccola punta di malignità non ve lo diciamo
e vi lasciamo il piacere di indovinarlo dal testo.....

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l'immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli...

Conosco invece l'epoca dei fatti, qual' era il suo mestiere:
maestro di spada e ferroviere,
i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch' esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti,
lanciato sopra i continenti,
lanciato sopra i continenti...

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l'elfo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite,
la stessa forza della dinamite,
la stessa forza della dinamite..

Ma un' altra grande forza spiegava allora le sue ali,
parole che dicevano "gli order son tutti uguali"
e contro la distruzione scoppiava nella via
la bomba elfica e illuminava l' aria
la fiaccola della bimbominkiamania,
la fiaccola della bimbominkiamania,
la fiaccola della bimbominkiamania...

Un treno tutti i giorni passava per la sua regione,
un treno di lusso, lontana destinazione:
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava un treno pieno di puggoni,
pensava un treno pieno di puggoni,
pensava un treno pieno di puggoni...

Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione,
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore:
dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
la bomba sua la macchina a vapore,
la bomba sua la macchina a vapore,
la bomba sua la macchina a vapore...

E sul binario stava la locomotiva,
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d' acciaio,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno...

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura...

Correva un piccolo party ignaro e quasi senza fretta,
nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
ma alla stazione di Praag arrivò la notizia in un baleno:
"notizia di emergenza, agite con urgenza,
un pazzo si è lanciato con un treno,
un pazzo si è lanciato con un treno,
un pazzo si è lanciato con un treno..."

Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
"Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia degli obscure!
Trionfi la giustizia degli obscure!
Trionfi la giustizia degli obscure!"

E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso l'altrui morte
e niente ormai può trattenere l' immensa forza distruttrice,
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice,
della grande consolatrice,
della grande consolatrice...

La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta...
con l' ultimo suo grido d' animale la macchina eruttò lapilli e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava...

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
zergando a bomba contro l' ingiustizia,
zergando a bomba contro l' ingiustizia,
zergando a bomba contro l' ingiustizia!

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